giovedì 25 agosto 2011

CARISMA DELLE SUORE CROCIFISSE ADORATRICI DELL’EUCARISTIA

CARISMA DELLE SUORE CROCIFISSE ADORATRICI DELL’EUCARISTIA

SEMI DI CONSACRAZIONE

CROCE ED EUCARESTIA
La festa deve essere da noi profondamente sentita e vissuta, perché, se essa è simbolo redentivi di ciascun cristiano, per la Suora Crocifissa Adoratrice dell’Eucaristia, è l’essenza stessa della sua vita di consacrazione. (1984)

Infatti è in questo arcano di Croce ed Eucaristia che si ritrova tutta la ricca spiritualità dell’anima umile e semplice di Maddalena Notari che ha saputo il suo dramma della vocazione – missione di Gesù e, spinta dal Suo amore, ha saputo camminare decisamente verso la Croce, sostenuta dallo spogliamento totale di sé all’obbedienza fedelissima alle Sue divine ispirazioni.
La Croce, santamente amata, è stata la bussola che ha orientato il suo cammino verso Cristo, verso il Padre, verso i fratelli sin dalla sua più giovane età.
L’Eucaristia – nutrimento per una vita incentrata su Cristo e per una missione legata al Vangelo ed alla Chiesa – fu per la nostra Madre Fondatrice modello ed impegno di servizio o di diaconia. (1989)


La festa dell’esaltazione della Croce ravviva nel pensiero e nel cuore, particolarmente di noi Crocifisse Adoratrici, la meta culmine di tale volontà e, anche se la nostra vita e la nostra missione si svolge e si deve attuare oggi, in una società in trasformazione, il punto Luce non muta, è e rimane il mirabile esempio della vita di Cristo compiutasi in tutto l’arco dell’esistenza umana, tesa sola a compiere l’adorabile disegno del Padre in pienezza di obbedienza e di sacrificale abbandono.
La diaconia del servizio mio, e di ciascuna di noi, deve avere tale ed unica visione e prospettiva di fede, perché solo allora si è veri diaconi del servizio e si sa «lavare i piedi» «spezzare il pane ai fratelli»; farsi tutto a tutti desiderando esclusivamente il bene delle anime, l’espansione del regno di Dio, il progresso del proprio Istituto che solo in questa ottica si ama di un amore incondizionato. (1996)


Saper passare a considerare Gesù come «il mio Amore»… E questo il compito di tutta la vita che comincia con un deciso e totalizzante «Sì» iniziale alla sua chiamata, alla sua proposta, al suo invito, che si concretizza in offerta ablativa per l’intera esistenza della creatura chiamata.
Dico oblativa perché … Vita consacrata n. 23: «È sotto la croce che si comprende il valore ultimo e le conseguenze vere dei consigli evangelici: lì l’amore verginale di Cristo per il Padre e per tutti gli uomini raggiungerà la sua massima espressione. La Sua povertà arriverò allo spogliamento di tutto. La sua obbedienza fino al dono della vita». (1997)


SERVIZIO
Non c’è età pensionabile per lo Spirito, se ci fosse sarebbe triste. Purtroppo non pensiamo forse spesso, sorelle, di aver già dato tutto al Signore? ... Non abbiamo esclamato tante volte: adesso basta, ho lavorato troppo?... Quando hai detto «basta» - dice S. Bernardo – sei finito. (1985)
«Se il chicco di grano non muore resta infruttuoso se muore porta molto frutto …» E Gesù, come il chicco di frumento si è lasciato pestare, schiacciare, morire per generare alla vita della grazia le infinite anime del cosmo umano. (1987)

«Evangelizzare» è anche anelito del nostro Santo Padre. Con la preghiera, innanzi tutto, personale e comunitaria, attenta intensa, impetrativa; prostrate in adorazione davanti al santo ciborio non ci stanchiamo di implorare dal Dio vivo e vero accanto a noi le grazie di luce e di sapienza interiore per tutte le sue predilette creature.
Gesù era Dio e sapeva che l’uomo era stato creato non per il dolore ma per la felicità, per la gioia piena, per tendere alle realtà più nobili, più belle, più sante.
Perciò ha portato e sopportato il dolore, ma non l’ha mai amato. Nella Sua vita terrena non si è mai mostrato impassibile ed insensibile ad esso, si è commosso, ha pianto e tremato di fronte alle devastazioni del dolore, e quando ha creduto opportuno è sempre intervenuto per eliminarlo; non lo ha mai benedetto, non lo ha cancellato dal mondo ma ha fatto una cosa meravigliosa: lo ha riempito d’amore e l’ha reso strumento di redenzione e di salvezza. (1993)

Siamo all’inizio di un nuovo sessennio, di itinerario e di impegno di vita ascetica, imploriamo tutte unite in questa festa grande lo Spirito di Dio perché sia l’anima di ogni nostro compito, la sua forza e potenza dirigano e illuminino i nostri passi per compiere ogni opera nella certezza della Sua presenza che è garanzia della volontà divina. (1996)

CARISMA

A distanza di un secolo è doveroso ricordare i primissimi anni della fondazione durante i quali, come per miracolo, si moltiplicarono le case e le attività: assicurazione delle Specie Eucaristiche, scuole di pittura, di musica, di ricamo, collegi e orfanotrofi, catechesi parrocchiale e soprattutto il richiamo esercitato su di un numero sempre più grande di anime anelanti a seguire nell’immolazione e nella preghiera ai piedi dell’Eucarestia, una semplice, piccola donna.
Quale il fascino? ...Quale la forza? ...Quale la potenza? ... A questi interrogativi c’è una sola risposta «la Croce e l’Eucarestia». Due aspetti dell’unico mistero di Cristo che la nostra Madre Fondatrice sintetizzò con profondità in se proiettabili mirabilmente nella sua Congregazione.
E se la Croce, nel mondo di oggi, ci rende portatrici di un messaggio che rivela il valore della sofferenza e la speranza della salvezza, è necessario anche annunziare, con un servizio missione ad ogni livello ed a qualsiasi titolo, il significato profondo dell’Eucarestia che è vita di Cristo perpetuamente e gratuitamente donata per l’elevazione della creatura, per la salvezza dell’uomo. (1985)


Per noi tutte uno spazio particolare va riservato ogni anno alla festa del 21 novembre, data di nascita della nostra Congregazione, data di rinascita per ogni crocifissa nel dono che lo Spirito Santo fece ad una creatura, ad una fondatrice, la nostra M. Pia della Croce, un dono che è il «carisma», una parola che racchiude lo spirito, le finalità della nostra famiglia religiosa.
Ogni mia consorella è mia madre, mia figlia, mia sorella, non posso metterla da parte, devo con comprensione aiutarla, sostenerla, amarla. Il cuore è un terreno dove bisogna lavorare sempre intensamente perché si liberi dalle scorie umane e diventi casa di Dio, trono regale di Cristo, sede della Trinità, dobbiamo sviluppare la preghiera del cuore che è anche anelito del Signore, veglia intima, colloquio silenzioso e profondo che tiene viva la presenza di Cristo e far emergere questa divina unione, più che dalla mente, ogni pensiero, ogni azione del nostro quotidiano. (1990)

Il nostro carisma ci innesta nella Radice viva della Chiesa: Cristo benedetto.… E Cristo è fecondità che, nel rivelare dona ciò che rivela, nell’annunziare opera ciò che annunzia, nell’implorare dal Padre salvezza per i fratelli immola tutto Se stesso in un sacrificio di indicibili dolori per ottenere la redenzione. (1994)

CON MARIA
La vita interiore ci fa vivere nell’insicurezza dei mezzi umani, ma nelle certezze soprannaturali: certezza di essere amati da Dio, certezza che Dio ci vuole felici nella sua felicità, certezza che la sua Onnipotenza è al mio servizio, certezza che se io faccio gli interessi di Dio Lui farà i miei, certezza che Lui non si farà mai vincere in generosità, certezza che la forza di Dio non mi lascia mai.
A Maria, la vergine del «Sì», affidiamo i nostri desideri di progresso interiore. Ella è mediatrice tra Dio e l’uomo e poiché la vocazione religiosa è un progetto di santità che Dio ha su ciascuno di noi, Maria è la via più breve per realizzare questo progetto. (1986)

Maria Santissima, donna di fede, donna di carità, serva umile ed orante del Signore, Madre di sapienza, Madre di amore, ci aiuti a comprendere le insondabili ricchezze dei segreti del Cuore di Dio anche se sono sofferenze e rinunce, mortificazioni, offerte; ci insegni il silenzioso, arduo ma alto cammino delle virtù dei santi, ci guidi per lo stretto sentiero della fede viva per dare ad ogni dolore il nome giusto che è il «Signore Crocifisso».
Ci conceda la gioia sublime dell’appartenenza incondizionata al suo Figlio Gesù. (1994)

Signore Gesù in piena adesione di fede vuol dire non appartenere più al mondo dei compromessi, della mediocrità, della pigrizia, dei ripiegamenti, dei timori esagerati, dell’ingenerosità, e comporta la necessità di superare se stesso e le proprie posizioni in una ricerca di ciò che è più scomodo più sacrificale, più piccolo ed umile, nascosto e silenzioso, più perfetto, vitale e spiritualmente valido. La preghiera è la forza rigeneratrice e fecondatrice delle azioni umane. L’importanza della preghiera è evidente in tutta la vita di Gesù. È Lui che ci ha insegnato tutte le forme di preghiera: quella liturgica e comunitaria nel Tempio e nella Sinagoga, quella personale nella solitudine e sul monte. E la Sua, è una preghiera che immerge tutto l’essere Padre. (1998).